Senza meta

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    Staff Vampiriano~
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    Russell: *Quella richiesta fatta a bassa voce fu una vittoria a metà, qualcosa di dolce ed amaro insieme, ne del tutto positiva ma nemmeno negativa. Una seconda voce subentrò improvvisamente a parlare con quell’orrore su due gambe, una voce maschile, profonda, quella di un uomo adulto di sicuro, che disse al suo carceriere di stare attento a non esagerare, di evitare che il vampiro perdesse il controllo, e aggiunse di lasciarlo a lui, che anche lui doveva ringraziarlo per la trasformazione del figlio. Russell sbattè un paio di volte le palpebre, cercando di richiamare alla mente il ricordo del proprietario della voce appena sentita. Era tutto così confuso, tutto così labile, in quel momento… Non c’era nulla di troppo chiaro: le grida gli stavano martellando i timpani, la puzza di alcol gli causava fitte de nausea mentre scoperchiava ricordi che lui stesso aveva seppellito per non dover riportare a galla mai più, l’aroma inebriante del sangue -umano e non- lo stava letteralmente mandando fuori di testa ed il dolore acuto, che oramai sentiva ovunque, rendeva tutto caotico e confusionario. A chi apparteneva quella voce? Lo sapeva, era certo di saperlo, più che certo, ma non lo ricordava, non in quel momento. L’unica cosa che riusciva a distinguere era l’odore di quell’abominio che lo stava torturando e la sagoma di Rufus, legato come un animale al macello, su quell’arena, in attesa del suo destino. Oh, ma gliel’avrebbe fatta pagare a quello scarto vivente che era Vincent, oh, s’ che gliel’avrebbe fatta pagare! E cara, anche! A lui e a quella inutile bestia rognosa che era il suo alleato, Riccardo. Al pensiero del nome l’albino sgranò appena gli occhi: ecco chi era che aveva pronunciato quelle parole: Riccardo, il padre del giovane lupo!
    I suoi pensieri furono, però, interrotti bruscamente quando ciò che lo stava penetrando, quella cosa sottile ma rovente e decisamente sbagliata, venne rimosso bruscamente, con uno strappo che costò al non morto un verso a metà tra un grido ed un ringhio. Non che il sollievo fosse chissà quanto, ma almeno la frescura della stanza -sempre e comunque più fredda rispetto a quel tizzone, nonostante il fuoco acceso usato per arroventare l’arnese- diede un po’ di sollievo al corpo straziato di lui. Senza quella cosa a bruciarlo dall’interno poteva pensare un po’ più lucidamente. Una parte di caos si stava allontanando dalla sua mente, come la nebbia che si ritira. Non sparisce ma ritira le sue dita vaporee, liberando un po’ ciò che prima nascondeva.
    E quella fu la prima parte di quella piccola vittoria. La seconda fu l’ottenere il sangue. Ancora faticava a muovere la testa ma, usando abbastanza energie, riuscì a girarla a sufficienza per vedere l’odiata figura del licantropo accostarsi al suo braccio con una sacca rossa ed un ago. Quella sacca conteneva sangue, di sicuro, e, per un attimo, gli occhi del vampiro divennero completamente folli nel vedere il liquido tanto agognato. Doveva bere. Doveva bere, nutrirsi, assolutamente costasse quel che costasse. Ed ora il suo nutrimento era lì, a portata di mano. Se solo fosse riuscito a muoversi, a spostarsi un po’, ad afferrare quella sacca… Provò a muoversi, Russell, ma il tentativo fu assai vano: innanzitutto era legato, così da impossibilitarne i movimenti e, in più, come provava anche solo a muovere un muscolo avvertiva stilettate di dolore, forti ed atroci, dritte dritte al cervello, fitte che lo facevano desistere immancabilmente dal compiere ogni gesto che avesse avuto in mente di fare. La sua parte razionale gli ordinava di non muoversi, di stare fermo, altrimenti il dolore si sarebbe fatto più intenso. Ma aveva fame, aveva così tanta fame! Aveva bisogno di sangue, e subito! Sull’orlo del baratro tra razionalità e istinto, l’albino non notò quello che faceva Riccardo fino a che non cominciò a ritornare lucido. Pian piano, senza fretta, la sua mente riprese a lavorare, restituendo un luogo ed una vaga dose di consapevolezza al vampiro, strappandolo dall’abbraccio vuoto della follia.
    Non fece in tempo a capire cosa fosse successo così repentinamente, che qualcosa, o qualcuno, gli tirò bruscamente indietro la testa, facendogli male. Lui sibilò contrariato e dolorante a quel gesto, per nulla contento di quel trattamento. Mugugnò un imprecazione imprecisa, e comunque incomprensibile a chiunque persino a lui stesso, mentre Vincent parlava e gli diceva che lo lasciava al Paparino numero 2, ossia Riccardo cioè l’ultima persona con cui il vampiro voleva rimanere solo mentre era legato e ferito, e nel frattempo lui andava ad occuparsi di Rufus.* NO! *Pensò repentinamente, l’odio, la furia e la paura ritornati improvvisamente, prepotentemente, a prendere il controllo dell’albino, nella sua saltuaria lucidità mentale. Non riusciva a vederlo, dalla sua posizione, non bene. Non abbastanza bene da usare il suo potere.* Figlio… Di uan cagna… *Gli sibilò piano contro, tutto l’odio ed il veleno che poteva in quelle poche parole, le uniche che riuscì a pronunciare, scoprendo i lunghi ed affilati canini candidi.* Provaci e sarà l’ultima cosa che farai. Ti ammazzerò nel modo peggiore, nel modo più doloroso ed umiliante possibile, bastardo! Tu aspetta solo che riesca a slegarmi e vedrai! Vedrai cosa succede a chi mette le sue luride zampe sui miei cari! *Avrebbe voluto dirlo, avrebbe voluto urlarglielo contro, spaventare quello stupido umano e godere della sua paura, del suo terrore, in una sadica ripicca per tutte le torture subite, ma quelle parole rimasero nella sua testa, senza trovare un uscita dalla gola del non morto. Vincent gli leccò la guancia, strappandogli un’altri sibilo, stavolta di assoluto disgusto, sibilo al seguito del quale il vampiro provò a ruotare la testa, facendo schioccare le mascelle in un tentativo di mordere il suo aguzzino. Tentativo assai vano, ovviamente, ma almeno poteva fungere come minaccia. Qualcosa del tipo ‘’Provaci e l’ultima cosa che sentirai saranno le mie zanne sulla tua gola.’’. Una muta minaccia e, probabilmente, del tutto inefficace. L’uomo gli sbattè la testa sul legno strappandogli anche qualche capello, cosa che Russell non gradì per niente e glielo fece notare con un mugugno misto ad un sibilo, prima di andarsene. Lui girò appena la testa, il sibilo di prima ancora a risuonare prepotentemente di sottofondo, come se potesse seguire l’umano e ricordargli le tetre minacce che portava.
    Ma non era finita lì, oh no. Ora toccava al mannaride. Ora arrivava Riccardo, il padre di Rufus. Se con Vincent ciò che dominava erano odio e rabbia, perché era sicuro che se si fossero trovati faccia a faccia mentre lui era slegato sarebbe stato lui ad avere la meglio sull’umano -e facilmente anche-, con il licantropo ciò che predominava erano odio, sempre presente, e paura. Russell non era stupido, capiva benissimo che quel licantropo era pericoloso, molto pericoloso, e ne aveva paura. Ne aveva il terrore dal loro primo incontro, figurarsi ora che era in una situazione di assoluto svantaggio! Quello lo preoccupava, l’uomo avrebbe tranquillamente potuto ucciderlo. E, se lui fosse morto, chi si sarebbe preso cura di Rufus, chi avrebbe salvato il piccolo? Zanna era chissà dove, Lehedra poteva essere morta, oramai, per quello ch ne sapeva o prigioniera anch’essa li da qualche parte, Ally era troppo debole e ferita e, sicuramente, avrebbe perso il controllo, Shinobu era anch’ella dispersa e Kein… Non ci contava per niente. Cosa ne sarebbe venuto, al vampiro, ad aiutare loro? Nulla, ovviamente. Non erano suoi cari, non c’era nulla che potesse ottenere aiutandoli. Lui smise di sibilare e strinse i denti. Doveva essere lui stesso a fare qualcosa, non poteva contare sugli altri. Come al solito, doveva vedersela da solo. E, l’unico modo che venne alla mente del vampiro, fu quello di assecondarli. Se li avesse assecondati abbastanza a lungo, se si fosse comportato da sottomesso, in modo docile, avrebbero abbassato la guardia, prima o poi, non considerandolo una minaccia. Ed allora gliel’avrebbe fatta vedere lui. Ma era più facile a dirsi che a farsi e i ma e i però erano tantissimi. Il ‘’piano’’, se così si poteva chiamare, faceva acqua da tutte le parti ma lui non riusciva a pensare a nient’altro, in quel frangente. E, comunque fosse, fare il docile sottomesso non era proprio nell’indole del non morto.
    Quando la catena gli si strinse attorno al collo Russell ringhiò involontariamente.* cominciamo bene… *Pensò disperato, quando si rese conto di aver ringhiato contro a Riccardo. Riguardo al mannaride, si rese pienamente conto della sua presenza solo quando avvertì il calore corporeo di lui a sovrastarlo, mentre questi gli si accostava all’orecchio, in fiato bollente a solleticargli il volto mentre portava minacce ben poco rassicuranti. Se fosse stato ancora umano il suo cuore avrebbe accelerato i battiti, spaventato, e il suo viso avrebbe perso qualche tonalità. Ma non era più umano, il suo cuore era fermo e non aveva abbastanza sangue in corpo per impallidire.* E’ tuo figlio… *Mormorò appena l’albino, nella tenue speranza di riuscire a guadagnare tempo parlando. E Rufus era un ottimo argomento di cui parlare, con suo padre. Il problema era che parlare del giovane lupo non aiutava l’albino a comportarsi da bravo zerbino, fomentando l’odio e la rabbia che provava nei confronti dell’uomo.*
     
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  2. Rufus The Wolf
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    Rufus: *Lo rivide entrare di nuovo in campo e dirigersi verso di lui, ma Rufus non aveva intenzione di cedere avrebbe resistito piu che poteva non voleva dare soddisfazioni a quello schifoso vogliacco che era Vincent, quindi resto in piedi a puntarlo e a ringhiargli come poteva nonostante quella fastidiosa museruola, Vincent gli girò intorno un paio di volte poi vide che mise lo scarpone avanti segno che stava per sferrare un calcio, Rufus chiuse gli occhi, tirò indietro le orecchie e abbassò leggermente il capo per prepararsi al colpo che invece non arrivò, riapri lentamente un occhio per sbirciare cosa stava facendo Vincent e vide che si era chinato a terra per riprendere il guinzaglio in mano e poi cominciò a tirare, Rufus lanciò un piccolo guaito quando iniziò a camminare ma comunque lo segui senza cadere a terra nonostante il dolore ad ogni movimento di una qualsiasi zampa, ma Vincent forse infastidito dal fatto che resisteva si mise il guinzaglio sulla spalla costringendogli a tenere la testa alta e iniziò a correre facendogli perdere il passo e facendolo cadere a terra, rufus lanciò un altro guaito che non riusci proprio a reprimere e chiuse gli occhi sperando solo che quel agonia finisse il prima possibile, nel frattempo veviva bagnato da liquidi di ogni genere che assolutamente non voleva neanche sapere cosa fossere anche se ne aveva una mezza idea; Finalmente Vincent si fermò ma solo per dargli un calcio sulle costole che gli fece mancare il respiro facendolo starnutire, provò a rialzarsi ma non appena lo fece si senti sollevarsi da terra e venne lanciato contro la recinzione dalla quale voleva tenersi assolutamente lontano ma non poteva, vide Vincent avvicinarsi e gli iniziò a dare una scarica di pugni sul muso l uno piu doloroso del precedente che ad ogni pugno lo fece guaire, ma al ultimo pugno Rufus fece un movimento della testa facendo si che la mano gli finisse tra le mandibole, avrebbe voluto chiuderle per strappargli di netto la mano ma non poteva per via della museruola ma vincent comunque si feri per via dei denti, Rufus ancora non si arrendeva e a vincent sarebbe bastato guardarlo un attimo negli occhi per vedere lo sguardo di un lupo determinato a non mollare.*


    Riccardo: Ohh piccolo succhiasangue lo so benissimo che è mio figlio, ma vedi, io non ho mai voluto un figlio, ho sempre visto la vita come una sopravvivenza personale e in questo brutto mondo soldi vuoldire sopravvivenza, e quindi piu soldi uguale piu sopravvivenza, si certo ho una famiglia e le voglio pure bene a mia moglie e mia figlia ma lui beh lui è un altra storia lui per me è solo un cane ma non un cane qualsiasi un cane intelligente che posso sfruttare per fare tanti soldi, avrei voluto che si fosse trasformato da piccolo cosi glielo avrei spiegato con le buone che il suo scopo nella vita fosse questo ma purtroppo è andata cosi e mi tocca usare le maniere forti, poi ho anche un piano ben definito per lui non credere che lo lascierò nelle mani di questo maniaco! nooo io voglio bene alla mia fonte principale di reddito, lo porterò a casa, gli dirò che d ora in poi dovra tenere la forma ferale o io ucciderò il resto della famiglia, poi comunicherò alla famiglia che abbiamo un nuovo cane, ma è piu selvatico e con questa scusa lo terrò sempre legato in giardino fino a quando non mi servirà per un altro combattimento, ecco ora lo sai peccato che non potrai mai dirglielo perche tu caro il mio succhiasangue resterai bloccato qui a vita come giocattolo di vincent e a volte anche mio* disse un sorrisetto, *dai ora basta parlare divertiamoci un po* disse iniziando a frustarlo sulla schiena, poi dopo 9- 10 frustate non contento, gli tolse tutto e lo lego ben visibile alle sbarre che davano sulle arene in modo che tutti lo potessero vedere e ridere di lui e lui potesse vedere bene Rufus maltrattato da vincent, poi riprese a frustare facendo una pausa ogni tanto per fargli mantenere la paura*.
     
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    Pantere
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    Vincent scoppiò in una fragorosa risata vedendo il vano tentativo di Rufus di morderlo. Sentendolo, anche il pubblico rise appresso a lui e iniziò a lanciare insulti e parole a dir poco oscene al povero lupo.
    Ma tale tentativo non non poteva rimanere impunito. Vincent lo prese di nuovo trascinandolo fino al centro dell'arena, li vi era appeso a pochi metri da lui un gancio ad uncino, lo usava spesso per torturare gli animali, soprattutto i lupi... Soprattutto Quei lupi... Quegli stolti che chiamavano figliola Sua figlia... A quel solo pensiero preso dall'ira strattono di nuovo il lupo graffiandolo e facendolo sanguinare, allora legò la corda all'uncino che si sollevò, trascinando con se Rufus appeso brutalmente dalla coda. Il lupo pochi secondi dopo stava a circa due metri da terra, a testa in giù.
    Vincent ghignò soddisfatto e iniziò a slacciarsi la cintura dai pantaloni, sfilandosela. La schioccò prima a terra, in modo che il suono spaventasse la sua vittima e il pubblico rispose esultando ancora più forte. Il secondo colpo andò a ferire Rufus sulla schiena. Il terzo sul ventre. Il quarto sul muso mentre la pelliccia del lupo si colorava di rosso come il pavimento sopra il quale penzolava.
    Vinz mandò uno sguardo eccitato verso la cella sopraelevata dove Riccardo si divertiva col vampiro, quando anche il calvo lo fisso , lui gli fece un sorriso a trentadue denti che lo mirava al di sotto e dentro il recinto alto dell'arena, passandosi la lingua nella mascella assaporava il gusto del proprio sadismo sul figlio dell'altro.

    Sarebbe sempre stato così con Zanna, l'avrebbe vista come un'infima nemica in ogni caso, qualsiasi cosa avesse detto per giustificarsi per fargli accettare la propria verità, il licantropo non l'avrebbe mai ascoltata, a conti fatti nella situazione attuale capiva perfettamente il suo punto di vista e ne aveva ben ragione.
    ''te la sei proprio cercata'' aveva detto, ''non fai più parte del gruppo'' girandole intorno come chi giudica un rifiuto, qualcuno di patetico e inutile, per di più falso. La ferì, quelle parole erano state chiare sentenze a cui non poteva replicare, ne in quel momento in cui rimase zitta a meritarsele, ne in futuro se mai tutto si fosse risolto.
    Strinse i pugni, non le importava dei propri sentimenti infondo, non aveva mai pensato a certe cose prima di allora, le bastava ignorare quei moti violenti, anche se erano nuovi, sconosciuti, e le mandavano quei tuffi al cuore, quel senso di perdita irreparabile, e smarrimento.
    Doveva invece chiarire a Zanna, che Rufus e Russell adesso erano prigionieri e dovevano salvarli insieme, perchè il nemico era pericoloso persino per delle creature della notte.
    Non importava se era falsa per lui, non importava chi avesse ragione e chi doveva comandare. L'orrore di ogni istante che stavano sprecando a discutere, quella ragazza che con così tanta fiducia la stava difendendo, non andava bene.
    Le parole non erano il punto forte della pantera, già una volta proprio come quella fiera Tigre, aveva provato a farsi valere sulle questioni con il gruppo e senza successo perchè era malvista a prescindere.
    Fu quell'ansia e le parole della Compagna appena conosciuta a darle la forza di cercare di spingere Zanna sul torace ampio e muscoloso sopra la maglietta.
    Provò a dargli una spinta ostile che forse poteva far indietreggiare il più alto, il quale avrebbe barcollato sui suoi stessi passi, ma almeno lo allontanò dall'aggredire la Ragazza-Tigre smettendo di sopraffarsi inutilmente nella discussione con loro.
    * Basta Zanna.. ti prego...*
    lo supplicò, con la voce sottomessa ad una nuova determinazione, tenne Zanna ancora lontano da sè e con le braccia che si paravano sul suo busto
    * Non importa cosa pensi di me, Io so dove sono Rufus e Russell, se mi lasci qui, non riuscirai a trovarli , neppure se viene lei...*
    Lehedra si girò a guardare la bella ragazza dai capelli mossi e selvaggi che contrastavano con le pagliuzze di ghiaccio degli occhi, non era una provocazione la sua, non sapeva neppure cosa fosse una provocazione, stava soltanto ammettendo un dato di fatto, La Tigre non era a conoscenza degli eventi, di chi fosse Vincent, di dove fosse la Fabbrica delle Lotte con i Cani, e infatti ricordò come l'aveva salvata la sua presenza spirituale poco prima, venuta dal nulla, era la prima volta che la incontrava e fu così dolce e generosa con lei.., allora arrossì e abbassò lo sguardo nascondendo il profilo dietro le lunghe trecce, girò la testa nello spazio tra sè e il licantropo che era sempre meno paziente e molto più accaldato per il nervoso e lei lo sentiva quindi continuò a parlargli per farlo ragionare.
    * il terreno fuori è bagnato dal temporale, i loro odori si saranno cancellati, neppure con i nostri musi li sentiremmo... lascia che vi accompagni !!! Quando loro due, quando tutti sarete salvi e al sicuro ti giuro che non mi vedrai mai più Zanna !!!*
    lasciò la maglia di Zanna bruscamente per correre e sparire in cucina un istante. Quando tornò subito dopo, prese la mano della Tigre uscendo fuori la Dimora di Russell insieme a lei. Sulla soglia osservò i bei occhi castani del Licantropo, lo fissò seria e priva di emozioni decisa ad agire anche contro il volere del Lupo più grande.
    * andiamo a salvare Rufus e Russell.. ti prego !*
    stretta nella mano setosa e delicata della Tigre , attese che Zanna si convincesse e partissero tutti e tre insieme.

    Il percorso nella foresta si era infangato diventando quasi paludoso proprio come aveva supposto lei, il temporale aveva cancellato ogni traccia, solo vaghi solchi dei pneumatici erano rimasti a tratti, per non parlare degli odori che erano totalmente oppressi dalla pioggia sulla vegetazione, tuttavia non era solo questo a svantaggiare i tre mannari, si stava alzando anche la nebbia e la foschia dovuta all' umidità permeata nel sottobosco. Furono rallentati dal clima, ma almeno questo diede a ledra di fare qualcosa di utile durante il tragitto.
    Aveva lasciato già da tempo la mano alla compagna dicendole solo il proprio nome, e ringraziandola per essersi unita a loro in un momento così difficile. Tornò subito in silenzio perchè sapeva che Zanna detestava la su presenza li e avrebbe potuto tornare a lamentarsi da un momento all'altro.

    Camminarono per circa 40 minuti nel paesaggio ovattato dalla nebbiolina
    A causa dei banchi che si fecero presto più densi rendendo il campo visivo di un bianco spento quando arrivarono sul posto della Fabbrica ledra riconobbe il perimetro solo perchè tastò le mani sul muro di mattoni alla cieca. Bassi suoni trasportati dal vento freddo aumentavano la desolazione del luogo, e solo il bubulo di un gufo scandiva quegli attimi avvolti nel buio serale.

    * dobbiamo scavalcare questo muro, e poi saremo nel cortile. Una volta lì dovremmo cercare una porticina di ferro, da quella potremmo arrivare presto agli scantinati..*

    Il muro che circondava tutto il terreno era scivoloso e bagnato e i primi tentativi di arrampicarsi furono goffi ed impacciati, però con il supporto reciproco cercò di farcela, cadendo dall'altro lato grazie ad un buon salto.

    La Fabbrica era diroccata e non c'erano luci che provenissero dall'interno , poichè tutta l'attività si svolgeva al di sotto nelle fondamenta dell'edificio .Ovviamente era occupata da abusivi e nel sotterraneo tutto l'ambiente era stato organizzato con una grande e alta recinzione metallica posta al centro , molti uomini corpulenti stavano accalcati intorno al perimetro urlando come e più degli stessi animali che stavano combattendo, e agitavano tutti madidi di sudore banconote di soldi , e sputavano e imprecavano nel momento in cui la bestia su cui avevano puntato falliva oppure colpiva abbattendo l'altro famelico avversario.

    Ledra segui il solito tragitto verso l'entrata, scavalcò insieme ai compagni e uno di loro trovò l'entrata di cui aveva parlato lei, la sola che era segreta e garantiva una sicura via di fuga.

    * Quando scapperemo ,prenderemo lo stesso percorso. Tenetelo a mente o rischieremo di perderci.*

    li avvisò perchè sapeva che all'interno era un labirinto di corridoi, livelli e stanze, quindi avvertiva Zanna e Risia solo se era davvero necessario, infondo stavano per affrontare un grande pericolo poichè erano in inferiorità numerica e Vincent disponeva di proiettili e veleni a base d'argento. Farsi Catturare non era ammissibile nel piano.

    Scese le scale esterne che terminavano in corrispondenza della porticina in ferro, più piccola di una persona adulta costringeva ad accovacciarsi. Faceva un freddo terribile a causa dell'umidità e le mani tremavano congelate, ma aprì la serratura con un ferretto facendo rumori sinistri che echeggiarono in tutti i bassi fondi. Oltre si presentava un lungo corridoio. Lo percorse tenendo gli occhi verso il suolo, e guidandosi con la mano pern non incappare in un vicolo cieco a causa del buio pesto. Dalle mura dell'angusto corridoio si ripercuotevano ogni sorta di urla e clamore dei cani in lotta. Ledra conosceva bene quel coro infernale, lo sentiva anche nel silenzio della sua baracca, i colpi dei corpi che si massacravano brutalmente, i piedi pesanti che pestavano le gabbie e il pavimento facendolo tremare come se scosse continue si assestavano nelle pareti fratturate dalle crepe.
    Camminava lungo quel corridoio infinito assorbendo quel maledetto fracasso nella sua testa, e il cuore ne veniva condizionato con uno strato spesso di ansia e angoscia.. sperava che Rufus e Russell resistessero, perchè c'erano quasi, dovevano salvarli a tutti i costi e poi sarebbe tornato tutto alla normalità. Ma quella parola era così surreale nella loro situazione che non concedeva illusioni al futuro. Ad un certo punto arrivarono ad un altro corridoio, questo illuminato da scarni neon che si spegnevano ad intermittenza ma almeno davano un respiro alla vista. Ogni tanto scambiava sguardi con Risia e Zanna per rassicurarsi del fatto che fossero pronti, che qualcuno dei scagnozzi di Vinz poteva comparire all'agguato molto presto, ma finchè potevano procedere nascondendosi era meglio così.
    Da un lato si alternavano delle cellette rettangolari , ognuna con una porta serrata e una finestrella alta per far passare l'aria nuova. Dentro quelle c'erano tenuti prigionieri i cani nell'attesa che i vari padroni li facessero lottare nel ring. I cani abbaiavano con ferocia impazzendo dalla voglia di liberarsi fuori dalla cella e disturbati dal rumore tremendo che echeggiava ovunque .

    * Le arene sono oltre questo muro, l'ingresso è da quella parte... adesso cosa facciamo? Lì fuori sono armati di argento se vi colpiscono saremo nei guai *
    adesso era una decisione comune, il ''Come'' agire. Era ovvio dalle urla forsennate che dall'altra parte ci fossero almeno duecento uomini violenti, armati e forti quanto un mannaro, quindi dovevano stabilire come agire perchè Rufus e Russell dovevano essere lì prigionieri nelle arene. Quindi la preoccupazione maggiore nella propria testa era, Come affrontare tutti quei nemici, Come riuscire a prendere il piccolo Lupo e il vampiro restando illesi e riuscendo a scappare.
    Le bastò iniziare questo ragionamento a dirlo prima degli altri
    * Posso fare da esca...sò combattere*
    Non battè ciglio su quel compito, perchè era vero che poteva distrarre molti uomini, infondo la conoscevano tutti la pantera di Vincent che lottava con i randagi.
    Proprio in quel momento ritornò a sovrastare l'abbaiare dei cani nelle celle chiuse davanti a loro.
    Lehedra attese che Zanna decidesse cosa fare e lo stesso valeva per Risia, intanto l'ansia cresceva a dismisura
    *Dio ti prego.. fa che siamo ancora in tempo... Fa che loro due siano ancora in vita... Proteggili.. Proteggili tutti...*
    pregò in silenzio dentro di sè che servisse a qualcosa...


    Perdonatemi per tutto questo tempo che è trascorso, scusate se ho trascurato alcuni punti o pg in questa battuta, c'erano molte cose da dire, e Spero che non sia un problema per voi se sono andata avanti , arrivando fino alla fabbrica, ma volevo andare avanti.
    comunque Risia Zanna potete lo stesso scrivere come è stato il tragitto nel bosco per voi, cosa avete pensato cosa avete fatto intanto che arrivavamo tutti e 3 alla fabbrica , se volete, iniziate da dove preferite a narrarvi,
    visto che io qui ho parlato solo del mio pg durante il cammino nel bosco, e quando abbiamo scavalcato e ci siamo intrufolati ,
    ho descritto solo ledra, cosa fa lei, e non dicendo molto sui vostri perchè appunto non posso muoverli io.
    Risia Zanna nell'ultimo pezzetto vi dò modo di scegliere che piano escogitare, quindi che entrata fare nelle arene e che ruolo volete avere, chi salva chi, chi aiuta a scappare chi, e chi resta a combattere, a me va bene tutto siamo ancora nella posizione di scegliere come fare,
    Ad esempio se Zanna adesso darà un ordine a ledra , lei lo seguirà.
    Basta che scegliamo se nò possiamo fare anche ognuno per sè e viene come viene, ma dentro l'arena sarà un bel casino ( Peccato non abbiamo un Master, sarebbe stato utile qui ) Cmq Esprimete il vostro parere ovviamente
    e se volete che cambio elimino o inverto qualcosa in questa battuta che non vi piace e non vi sta bene, basta che me lo dite subito e provvedo a sistemare. CHIEDO SCUSA per il mostruoso ritardo, come avete visto era una battuta difficile per me...


    Edited by Lehedra - 8/5/2016, 21:46
     
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    Kotin LeiN Kruziik (Nel mondo antico)

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    Zanna:* Ma cosa voleva quella mutaforma? Pensava davvero di farle paura con quello sguardo serio? Fino a prova contraria non sapeva nemmeno cosa era successo, e ora voleva difendere Lehedra?* Ed'è appunto perchè sei appena arrivata che non sai il motivo.* Rispose con aria severa per poi aggiungere:* Taci che è meglio per te.* Poi gli chiese dove era quando quei tizi se ne sono andati.* Non potresti mai capire, anche se te lo spiegassi tu non capiresti.* Quella pantera le stava dando sui nervi, mancava poco che la avrebbe aggredita alla gole per poi ucciderla.* Ascolta signorina, non sò chi tu diavolo sia, maè ora che la pianti con questa sceneggiata. Chi ti credi di essere per trattarmi in questo modo? Io prima almeno ero qualcuno, tu, invece, chi eri?* Ma come si permetteva quella disgraziata a parlargli in quel modo? Poi vide che aiutò Lehedra dandogli il comando di guida. Guida? Una pantera?! Speriamo che sa quello che fa.*
    *D'un tratto vide Lehedra corrergli addosso per poi spingerlo sul torace, indietreggiò per paura di cadere. Poi lo supplicò di smetterla.* Potrei andarci da solo no? Il mio naso in fin dei conti non mi ha mai tradito, senza di quella mutaforma starei anche meglio.* Era davvero una rompiscatole quella pantera, quando si staccò dalla sua maglia gli promise che dopo quella "missione di salvataggio" non la avrebbe mai più rivista. Questo è un'altro discorso allora, gli stava anche bene.* Mph, e va bene.* Rispose sbuffando.
    *Partirono e durante il percorso nella foresta che stava diventando sempre più paludoso, gli vennero in mente alcune cose. Ma se fosse stato nel suo branco alposto di perdere tempo con due incapaci? tanto che ci sia lui o no è la stessa cosa. Quello che dice non vale niente per loro. Le uniche persone a cui teneva erano Ally, Rufus e Ruby... e il suo branco. Gia, come gli mancava. perdere il grado più alto per delle creature sovrannaturali che lo reputavano come una persona antipatica. ma perchè era tornato? Non poteva starsene li dov'era e farla finita? Furante il temporale quasi tutte le tracce che quei cacciatori, se cosi si potevano chiamare, hanno lasciato. Intanto si stava alzando anche la nebbia e la foschia.
    *Camminarono per circa tre quarti d'ora prima di arrivare sul posto. Era una fabbrica, era un posto desolato. mentre Lehedra stava spiegando il loro piano. Scavalcare un muro, andare nel cortile e cercare una porticina di ferro per arrivare negli scantinati. Il piano poteva essere anche buono, bisognava provarlo però.*
    *Saltò quel muro bagnato quasi come se niente fosse. In quel momento sembrava che non ci fosse nessuno, la fabbrica era vuota. Arrivarono verso l'entrata, scavalcarono e trovarono l'entrata accennata da Lehedra che garantiva una sicura via di fuga. Disse di tenere a mente quel percorso per quando scapperanno, altrimenti si rischia di perderci, e su questo non poteva non essere che d'accordo.* D'accordo.* Rispose.*
    *Scesero le scale esterne che terminavano in corrispondenza della porticina di ferro, era più piccolo di una persona adulta, dovevano accovacciarsi. Stranamente quella pantera aveva freddo, lui no siccome era un licantropo. Lehedra aprì la serratura con un ferretto facendo abbastanza rumore, poi si presentò un lungo corridoio. lui si mise semplicemente a seguirli. Si sentivano i rumori dei cani che lottavano, facevano un bel casino!*
    *Erano praticamente arrivati a destizazione, ma c'era un grosso problema. Le erane erano oltre quel muro e l'ingresso era da un'altra parte, cosa fare? le guardie, spiegò Lehedra, che erano armati di argenti quindi se li avessero beccati sarebbero finiti nei guai. Lehedra propose che voleva fare da esca siccome sapeva combattere. Non sapeva cosa dire. Allora forse in fin dei conti ci teneva davvero a loro... o almeno a Rufus e a Russel. Era indeciso sul dafarsi. Cosa poteva fare? *Risia, vieni. Noi dobbiamo occuparci di Rufus e Russel. Lehedra, tu sai dove sono, vero?* Chiese in modo agitato .*
     
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    Che cosa era stata prima di allora? La domanda del lupo la mise leggermente a disagio.
    Il problema non era che non sapesse cosa era stata, lei non sapeva CHI ERA. Non lo aveva mai saputo e per molto tempo non le era importato. Lei era stata adottata, era cresciuta per un po' in un'orfanotrofio, era stata portata via da una coppia molto gentile ed era vissuta in campagna, in tranquillità, felicemente per molti anni. Li aveva imparato ad amare gli animali e aveva scoperto i suoi poteri da mutaforma e quelli da licantropi dei suoi genitori adottivi che un giorno erano scomparsi improvvisamente... Erano stati rapiti forse? O l'avevano abbandonata come i suoi genitori biologici? Da li aveva iniziato a farsi domande sul suo passato.
    Camminava per la foresta dietro Lehedra e mentre pensava la guardava, le guardava la schiena e i capelli e più la guardava più trovava qualcosa di familiare in lei. Di sicuro c'era qualcosa che le univa o non avrebbe mai avvertito un legame così stretto con lei, chissà se la pantera provava lo stesso...
    Camminarono per diverso tempo, le gambe le facevano male dopo un po', la resistenza non era il suo punto forte nonostante viaggiasse da diversibmesi alla ricerca dei suoi ma doveva resistere. Al solo pensare che quella era un'arena per le lotte tra animali le montava una rabbia tremenda... Odiava le violenze, sugli animali soprattutto, se degli esseri viventi meritavano un tale trattamento erano solo gli umani... Gli umani che osavano fare violenze contro altri umani o, appunto, contro gli animali.
    Come si permettevano a sfruttare così quelle povere creature?! Ma glie l'avrebbe fatta pagare... avrebbe sbranato chiunque avesse osato una cosa del genere.
    Lehedra li guidò fino a dentro e più si inoltravano più i versi dei cani si facevano forti, ci mancava poco che la ragazza perdesse il controllo e si trasformasse in tigre per piombare nelle arene e fare a pezzi tutti senza curarsi delle loro armi in argento.
    Si trovavano proprio vicino alle celle dei cani, Risia si avvicinò ad una di esse dentro al quale era rinchiuso un pastore tedesco... Una femmina, la riconobbe dal muso, aveva imparato tanto in quegli anni vissuti in mezzo alla natura e agli animali.
    Abbaiava, come i suoi compagni, terrorizzata da ciò che poteva accaderle. Vedere un animale in quelle condizioni era ciò che più faceva pena a Risia, una delle poche cose che riuscivano a commuoverla infatti iniziarono a luccicarle gli occhi. Vi libereremo... Mormorò.
    Quando Lehedra si offrì di distrarre le guardie mentre loro due pensavano a Rufus e Russel, Risia si voltò di scatto. Da sola?! E ancora debole?! Ma no, te lo scordi! Invece Zanna approvò e le chiese di andare con lui. Ma non lo ascoltò e continuò a rivolgersi alla ragazza. Io non ti lascio da sola! Ma poi sentì le urla provenire dall'arena. Stava succedendo qualcosa... Qualcosa che doveva assolutamente essere fermato e probabilmente il responsabile di tutto ciò era li.
    Si morse il labbro, voleva avere lei l'onore di fare fuori quel tipo, voleva avere lei l'onore di farla finita, di chiudere quella storia dei combattimenti tra animali... Allora guardò Lehedra. Sii prudente... Per favore...
     
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    ohooo Ma Come siamo Fighi !! Bene ricordiamoci un po, come sono i nostri pupilli !!! Russell Zanna ledra Risa Rufus Tutti in forma Umana !!!vlmp


    Quante cose c'erano in sospeso... e come mai tornavano alla mente proprio adesso? Sembrava quasi che la ragione fosse perchè non ci sarebbe più stato tempo dopo. Lo Sapeva che con ogni probabilità Zanna era tornato a causa del rapimento di Rufus e Russell.. lo nascondeva, e lo negava con ogni parte di sè, ma ledra non poteva fare a meno di pensare che il Licantropo aveva messo da parte il suo stesso branco per aiutare quei due. Voleva pur dire qualcosa, era un gesto importante comunque lo si guardava.. già chissà come sarebbe stato felice e confortato Rufus vedendo che il suo compagno era li,.. e Russell..avrebbe ricreduto in lui, anche se litigavano sempre come una vecchia coppia di sposi... si era strana quella prospettiva, ma erano così in quei momenti, sempre a beccarsi a rivalere la loro arroganza sull'altro..più Zanna su quel lato..era inevitabile perdersi in questi luoghi abituali quando tutto diventa assurdo e precipita in un baratro di orrori. E poi era arrivata Risia... un senso di calore le nasceva dento solo a guardarla.. le dava piacevoli percezioni, si la parola esatta è conforto, ma ancora lei non lo aveva riconosciuto. Quando mai aveva incontrato una persona che fosse così generosa da mettere a rischio la sua stessa vita per dei sconosciuti ? Temeva anche solo di chiudere gli occhi e accorgersi che era in balia di un delirio passeggero e che la figura della ragazza dai ricci bruni e selvaggi svanisse nel nulla.Per fortuna non era così, poteva toccarle la mano e sentire che c'era davvero, si era anche opposta al piano perchè forse era avventato e dovevano inevitabilmente separarsi. E poi.. avrebbero accettato Risia...Zanna l'aveva maltrattatanon poco..è vero che lui è fatto a questo modo però..poteva essere davvero difficile da sopportare.. non il carattere di Zanna, ma un rufiuto, Risia era forse sola? tutto faceva pensare che fosse così, la luce fredda nei suoi occh celesti taceva su una sofferenza lontana e distante nel tempo, l'aveva notata quando le parole di Zanna la turbarono tanto da zittirla per alcuni secondi prima che uscissero dalla Dimora del vampiro. Se avesse potuto starle accanto in futuro..., avrebbe consolato i suoi dispiaceri? Perchè basta un solo gesto sensibile, una parola comprensiva a voler ricambiare e fare il possibile per l'altro. Non solo per Risia, desiderava questo anche per gli altri.
    Anche Zanna ora mostrava chiari segni di nervosismo, era agitato, il luogo era così estraneo e agghiacciante che persino ad uno alto e forte come lui metteva soggezione. Loro non erano mai stati in quel tugurio, non avevano nulla a che fare con quella tomba di psicopatici e violenti. Si maledisse con tutta se stessa e il fato che le era sempre più avverso anche quando sembrava che le circostanze fossero già orribili di per sè. In quel momento ricordò perchè è sempre rimasta sola..con una vita simile se qualcuno fosse stato al suo fianco inevitabilmente avrebbe sofferto più di lei e ne avrebbe pagato le conseguenze del suo egoismo...Fosse stata l'ultima azione della sua vita combattere ,allora lo avrebbe fatto.
    Strinse i pugni sulle gambe e annui alla domanda di Zanna spostando lo sguardo da lui a Risia che non era sicura e temeva il peggio, anche se fra tutti e tre forse era quella più pronta ad attaccare.
    * Si sò dove sono..c'è una celletta in alto in fondo allo scantinato, lì Vincent dirige le arene.. immagino che siano tenuti prigionieri lì.. uscirò per prima come pantera, li distrarrò in questo modo, e cercheranno di inseguirmi, nel frattempo voi liberate i cani, non vi aggrediranno, riconoscono i padroni e sono loro che vogliono cacciare. Vi aiuteranno a tenere lontano chi ci attaccherà e metteranno tutti alla fuga *
    si alzò da terra dopo essersi assicurata che il nodo al polso fosse ben fermo.
    * quando ci sarà il caos li fuori, una volta che avrete preso Rufus e Russell, confondetevi nella direzione dei cani, anche loro cercheranno di uscire, così non vi perderete nel labirinto qui sotto.
    Risia Zanna, quegli uomini la fuori non vi conoscono, quindi vi temeranno ancora di più, ricordate che dobbiamo fuggire da qui, non restarci a combattere. Soprattutto state lontani da Vincent,
    Risia, lui è un uomo molto alto indossa una giacca di pelle e ha i capelli arruffati e gli occhi chiari, è il più pericoloso, quando lo vedrai, cerca di stargli il più lontano possibile!!*
    Le prese le mani stringendole tra le sue, entrambe tremavano, ma forse Risia più che spaventata era nervosa ed in ansia.. la capiva e sperava di potersi scusare con lei, quando tutto sarebbe finito.
    Sembrava che loro fossero d'accordo con quel piano, pregava che andasse come previsto e pregava che Vincent non uccidesse nessuno di loro per vendicarsi.
    * iniziamo*
    disse ai compagni guardandoli con fermezza e inghiottendo la fobia che la tormentava continuamente. Si trasformò cercando di sopportare il mutamento contorto e innaturale, non poteva farci nulla, dipendeva dallo stato d'animo. Si catapultò fuori schizzando dalla porta d'ingresso in acciaio, dietro di lei forse Zanna e Risia iniziarono a liberare i cani e creare quel diversivo. Fece un ruggito bestiale catturando su di sè l'attenzione, tuttavia la folla inferocita di quegli energumeni, erano così coinvolti dalle lotte interne che non tutti si accorsero della pantera che stava saettando a rapidi balzi sul muro e sui corpi nauseabondi di quelli più obesi, prendendoli come trampolino di lancio, fu allora che iniziarono i primi colpi, girò il muso ma non poteva distrarsi, però aveva bisogno di vedere se Zanna e Risia, se loro erano usciti allo scoperto.. non ci riusci, era tutto troppo frenetico e il felino doveva continuare la corsa per circondarsi dalla moltitudine in subbuglio e lasciare campo libero ai compagni. Solo che, fu nel momento in cui raggiunse gli spalti rischiando di incespicar sulla zampa posteriore per salire più in alto lontano dalle braccia goffe che tentavano tutte assieme di braccarla dalla coda o da altre parti più esposte. La sua forma ferale in quanto minuta giovava a suo favore in questo caso. a si raggelò nel vedere la scena dentro l'arena maggiore.
    Rufus... Rufus era appeso ad un gancio e penzolava a tre metri da terra, legato in un modo atroce... Le venne un conato di vomito per quella scena. Sentiva il gancio cigolare per il peso morto del piccolo Lupo e di sottofondo le macabre risate di Vincent che sbraitava un qualcosa come.. '' Sei Venuta Io lo sapevo !! Sei Venuta Figlia Mia'' non riusciva a capire nulla per quanto tutto fosse ovattato e distante, i colpi di pistola erano aumentati assieme al caotico vociferio rissoso sotto gli spalti, i cani erano stati liberati e iniziarono a dar la caccia ai padroni più corpulenti e iracondi. non sapeva perchè lo fece, era ovvio che in quella condizione Forse Rufus era svenuto da tempo.. ma la pantera ringhio a pieni polmoni sperando che lui sentisse e reagisse, poi venne afferrata da qualcosa e i riflessi si riattivarono sulla punta degli artigli, Perse il controllo e inizio a sferrare zampate su volti crani e corpi che le capitavano contro.
    Non poteva accedere nell'arena più grande a causa di tutta la recinzione metallica che si prolungava dal pavimento asfaltato al soffitto ricoperto da tubature varie. Continuò la sua folle corsa richiamandosi dietro tutti quelli che tentavano di braccarla ancora senza successo, fece il perimetro dell'arena correndoci lateralmente a slanci e balzi sovrastando tutti finchè non individuò anche Russell. Vinz si era fatto bene i suoi calcoli prevedendo che sarebbero venuti? perchè aveva reso tutto più complicato separando i due! Uno sopra nella celletta, l'altro al di sotto, rinchiuso nell'arena con lo stesso carceriere in persona. Stava girando sui muri e sulla recinzione senza una meta precisa, aveva perso il controllo dello stesso piano. Cosa doveva fare e dove erano finiti Zanna e Risia? Nel pandemonio generale , al buio lugubre dell'immenso scantinato in cui alcuni neon vennero pure fulminati dagli spari, era impossibile localizzare i compagni che come lei erano dotati di una velocità rapida e fulminea negli spostamenti. Pregava con tutta se stessa anche in quel momento che non fossero stati colpiti e in qul momento un dardo le passò di striscio sul muso tra la bocca e l'occhio, li dove in sembianze umane c'era la guancia. Bhè l'avrebbe sfregiata per sempre ma almeno la fece ritornare capace di reagire perchè lo stesso uomo stava per mirare a Zanna e Risia ora scoperti dietro di lei a distanza di circa 10 metri. Ledra riprese la corsa come una furia in quello spazio che seppure vasto era ostacolato da uomini corpulenti e rabbiosi che sapevano come spezzare le zampe e le ossa. Più di una volta uno di quelli l'aveva ghermita, ma lei riusciva a divincolarsi e scappava veloce come un pesce del fiume contro corrente. Quando rintracciò l'uomo col fucile che puntava con maggiore mira i compagni per farla distrarre e lasciare che gli altri intorno la fermassero, sgranò gli occhi e le pupille diventarono due aghi di orrore e follia, spalancò la mascella divaricando i denti aguzzi e lunghi emettendo il tipico guaito dei giaguari e fu talmente acuto che il tempo e tutte quelle bestie tacquero abbassandosi sulle ginocchia e coprendosi la testa spaventati dal ruggito frastornante che aveva echeggiato nel vuoto delle mura e dell'alto soffitto. Fece un salto a quel punto scalando una rete metallica e arrivò così in alto e così lontano da raggiungere in un secondo l'uomo con il fucile azzannandolo direttamente con i denti nei bulbi oculari mentre la mascella schermava l'intero cranio, l'uomo mandò a segno il colpo verso un punto imprecisato senza riuscire a mirare La Tigre Bianca e il Licantropo, mentre la vittima cadde sul morso della pantera.
    Il sangue metallico e denso che riempiva e colava dentro la sua bocca, la carne spappolata che si infilzava sensibilmente nei suoi canini aguzzi di felino, il cranio spaccato che sembrava cocci di porcellana sanguinolenta frantumato contro il palato, non aveva mai masticato qualcosa di simile, non aveva mai addentato carne e ossa, mai, ma stavolta fu diverso e successe, aveva afferrato con la forza delle fauci e pezzi di carne le si staccarono nel morso. L'uomo cadde a peso morto, sepolto dal suo peso ferale dandole una sensazione terrificante e disgustosa, e peggiorò quando lo dovette lasciare, i denti si erano incastrati nei bulbi oculari..e staccandosi vennero strappati dalla loro cavità penzolando dai denti voraci di lei .Scosse il capo cercando di farli cadere..era orribile sentirli infilzati nelle arcate dentarie. Intorno tutti si stavano massacrando, lo sentiva dai boati disumani di bestie e uomini, gli uni che perivano sotto gli altri, ma lei stessa, cosa aveva appena fatto? Le si era raggelato il sangue...Aveva appena ucciso un uomo.....il suo istinto famelico fù così pronto che trovò la forza bestiale di uccidere un uomo enorme con la sola potenza delle sue mascelle ...e aveva messo fine ad una vita..., non c'entrava il fatto che quell'uomo fosse già lui stesso un presunto assassino, alcolizzato drogato e violento, che avrebbe ucciso senza scrupoli con un unica pallottola .., ma il fatto alla radice oltre tutte queste verità era che lo aveva brutalmente ammazzato, per difesa o no, gli aveva tolto la vita e dentro di se fece capolino una voce lontana che le disse una volta una cosa semplicemente profonda..profonda come il mare e come il cielo...'' Nessuno Ha il Diritto di Togliere la Vita di Un Altro ''. Lo aveva sempre saputo, aveva vissuto con quella verità fino a quel giorno senza mai annientarla nelle proprie azioni...e sapeva anche che in queste, anche nelle più disperate, c'è sempre una scelta, un altro modo, un libero arbitrio vincolato a quella profondità universale ..e adesso era anche lei un'assassina ..un'omicida..e niente avrebbe cambiato questo. Le orecchie erano completamente sorde, come tappate dalla pressione dell'acqua di mare. saettò verso la gradinata che conduceva alla celletta, forse fu l'istinto a farla andare lì, era la cosa più logica continuare ciò che erano andati a fare in quel posto, salvare degli amici, non uccidere, ma era inutile qualsiasi razionalità portava allo stesso punto. Tornò umana il viso sfregiato la bocca imbrattata di sangue arrancò tutte le scale della celletta e sfondò la porta. Non badò alle condizioni del vampiro ne all'uomo che colpì all'addome e alla testa facendolo capitolare al suolo. Distrusse le manette d'argento e liberò i polsi del ragazzo, uscendo dalla manica la bottiglia riempita di sangue che si era legata con un nodo per non perderla. Non guardò in faccia chi aveva liberato, non poteva guardare in faccia nessuno, protese solo il braccio in avanti spingendo la bottiglia di emoglobina ancora calda. non si decideva a prenderla l'altra parte, anche se l'aveva strattonata in segno di farlo, alla fine glie la buttò contro incurante, perchè tanto era sigillata dal tappo,e senza dire una parola ne dare segni abbandonò il vampiro nella stanza liberata, che si fosse nutrito del sangue e avesse fatto poi strage di sotto non avrebbe potuto saperlo, perchè tradì tutti e scappo via da sola lasciando tutto l'inferno di quel posto alle sue spalle.
    Non sarebbe più tornata. Lo aveva pomesso a Zanna infatti.



    Vincent al centro dell'arena, praticamente nel suo regno, attendeva sovraeccitato quel momento da una vita.. da 17 anni forse. Iniziò a picchiare il Lupo che penzolava dal soffitto con la sua verga in preda all'euforia della cosa. Perline di sudore gocciolavano dai suoi capelli brizzolati e la bocca larga si spalancava per urlare
    ***RISIAAAAAAAAA*** rintronò la voce virile starnazzante sovrastando la foga fuori controlo in tutto lo scantinato, tanto che i cani come se per la prima volta fossero stati fedeli e ammaestrati abbaiarono ancora più forte in coro a quell'invocazione animale. Gli occhi fuori dalle orbite uggiosi e giallastri con quella stretta iride verdognola che tremava per l'adrenalina in corpo. Vincent cariò una serie di frustate su Rufus senza fermarsi, sembrava in tutto e per tutto una vendetta gloriosa per il lungo ritardo della bambina che lo aveva fatto tanto attendere. Voleva che lei lo sentisse forte e chiaro suo padre, il suo reale tutore, colui a cui la sua vita aparteneva, perchè frutto del seme dei suoi lombi.***RiSiAAAA *** Imprecò ancora, aizzando i cani e fomentando la brutalità dei suoi uomini che venivano rinvigoriti solo dal pompare di quelle corde vocali strappate dal troppo alchool e fumo del loro Capo. La vide a distanza, quando non si era ancora trasformata nel pieno della lotta contro i suoi mercenari, Vide i suoi ricci ribelli che si sollevavano come delle molle al minimo salto o azione di lei, gli occhi chiarissimi come il vetro di cristallo, esatamente come quelli di Malvira. Era Lei, era indubbiamente lei, sua figlia. Per anni aveva usato quella pantera per arrivare a lei e alla fine il piano l'aveva condotta li. Attese il momento giusto, la perse di vista un solo attimo, e quello dopo gli si mostrò ciò che aveva tanto agognato vedere. La Tigre bianca dagli occhi di ghiaccio che era la sua prole. Un animale magnifico e imponente dalle sottili zebrature sul manto diafano. La fissò abbassando il mento focalizzando le pupille sulle sue senza permetterle di distogliersi. Un sorriso bieco si formò sulle labbra piegando la barba spinosa dalle pieghe del volto. Gli occhi taglienti che suggerivano solo una cosa: * Sei Mia, Mi appartieni, Non Hai scelta. * glie lo disse attraverso quel ricambio di sguardi torvo e famelico mentre il petto dell'uomo si sollevava e si abbassava prendendo ansimi di respiro più profondi prima di urlare a squarcigola reclinando la testa al soffitto e allargando le braccia i cui pugni restavano stretti per imprigionarne la forza fu disumano e invase quel posto di altra collera e orrore. gli uomini che cercavano di catturare Zanna i ani che li perseguitavano a lro volta, era un totale inferno e a quello L'uomo urlo ancora * Hai Visto CoSA hO fATTO PEr TEee Figlia Miaaaaa*
    Uno dei suoi uomini lancio a Vincent la sua frusta, quella lunga quasi sei metri, Vincent la prese al volo saltando in mezzo agli spalti, e da un'ottima elevatura mandò la frusta ad attorcigliarsi al collo della Tigre iniziando a tirarlo con violenza quasi a strozzarla verso di se * Ti Domerò Risia !!! Sono Io Che Comaando * Si fece paonazzo e le vene gli uscirono dalla giugulare pur di impiegare tutta la forza sui bicipiti e continuare a tirare la Tigre per costringerla a tornare umana godendo nel sentirla guaire dal dolore che le stava inferendo, a cui di sopra incitava * Siììì Cosììì* serrando i denti e ridendo sadicamente.

    Edited by Lehedra - 12/6/2016, 08:56
     
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    *Risia!*
    Quel grido che pronunciava il mio nome mi fece venire un brivido lungo la schiena. Atterrato un uomo che si era lanciato verso di me con un coltellino in mano, mi voltai per capire cosa stesse succedendo.
    Lo vidi, l'uomo descritto da Lehedra. Solo a guardarlo mi venne il voltastomaco, a pelle potevo percepire che tipo di persona fosse e tutto ciò che stava accadendo la dentro ne era la prova inconfutabile.
    Sgranai gli occhi vedendo come colpiva violentemente uno splendido esemplare di lupo, appeso a testa in giù per la coda. Il perché quel tipo conoscesse il mio nome non mi importava più di tanto in quel momento, l'unico mio pensiero fu correre e poterlo fermare, azzannargli il braccio con cui impugnava la frusta e strapparlo via e poi fare lo stesso con l'altro, in modo che non potesse più fare del male a niente e a nessuno, soprattutto agli animali. In preda all'adrenalina del momento riuscii a riprendere di nuovo l'aspetto di tigre bianca, una trasformazione veloce e indolore, poiché ormai dopo dieci anni vi ero abituata.
    Correvo, correvo come una furia verso di lui, mentre gridava nuovamente il mio nome, ma non mi importava... e per un momento i nostri sguardi si incrociavano e un'altro brivido mi pervase. Rallentai fino a fermarmi, solo per pochi secondi. Non capivo perché quel tipo mi suggestionasse così tanto, e li mi accorsi che aveva un'aria stranamente familiare. Quegli occhi... li avevo già visti da qualche parte ma dove? Dove?!
    E poi lui riprese fiato di nuovo, arretrai intimorita, in quel momento mi parve così grande e così forte...
    E poi gridò, di nuovo, mi costrinsi a chiudere gli occhi, spaventata per un motivo che mi era del tutto sconosciuto.
    *HAI VISTO COSA HO FATTO PER TE FIGLIA MIAAAA!
    Figlia mia... figlia mia...
    Quelle parole riecheggiarono almeno una decina di volte nella mia testa mentre sgranavo gli occhi e li puntavo nuovamente su di lui.
    No... non era possibile! No, non poteva essere lui...
    Sapevo di essere stata adottata, lo avevo sempre saputo, avevo vissuto sette anni in orfanotrofio prima che i miei genitori, coloro che mi avevano cresciuta, mi scegliessero e mi portassero a casa loro. LORO erano la mia famiglia e per coloro che invece mi avevano abbandonata avevo provato sempre e solo rancore e odio.
    Sentii nuovamente la rabbia crescere dentro di me. Rabbia e un po' di ribrezzo, al solo pensiero che quell'uomo fosse il mio vero padre, colui grazie a cui ero al mondo.
    In quel momento tutti i miei buoni propositi sul liberare quel lupo e tutti gli altri prigionieri vennero sostituiti da un solo pensiero: vendetta.
    Ma non ebbi neanche il tempo di lanciarmi su di lui, poiché qualcosa mi si avvolse attorno alla gola. Uno strattone e caddi a terra mentre quell'affare si stringeva attorno al mio collo senza lasciarmi respirare, alzai gli occhi e vidi Vincent tenere in mano un'altra frusta, più grande della prima, in preda ai miei pensieri non ero riuscita a vederlo lanciarmela contro.
    Sentivo il mio corpo da tigre venire trascinato verso di lui mentre pian piano si indeboliva fino a tornare il corpo minuto ed esile della ragazza che ero veramente, provai a piantare i piedi e le mani a terra in modo da fermarmi ma non ci riuscii. E alla fine mi ritrovai a pochi metri da lui, senza fiato, tossendo. Mi sentii così inutile e umiliata di fronte a lui, quando per un momento smise di strattonarmi e riuscii ad alzarmi in piedi, per poterlo guardare in faccia. Non so dove trovai il coraggio di dire le parole che pronunciai in quel momento, forse appunto per rabbia:
    * Ciò che hai fatto per me...* Lo guardai con un sorriso derisorio. *Fa schifo quasi quanto te...*
     
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    (ragazzi, vi va di riprendere la role qui? Ricordo che, secondo la nuova turnazione, toccherebbe a Sara....)
     
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